Gli escursionisti sono meno preparati in situazioni di sopravvivenza

Alessandro Mecci
4 min readJul 7, 2020

In Italia i dati record degli incidenti in montagna dimostrano che gli escursionisti sono i più coinvolti, nel 2019 sono circa il 44% del totale delle persone che hanno avuto un incidente svolgendo attività outdoor. Tra le cause di incidente prevalgono gli infortuni dovuti a cadute e scivolate (46% dei casi). Segue poi l’incapacità a continuare il percorso (26%) che comprende oltre all’incapacità di proseguire o di tornare sui propri passi, il ritardo, la perdita dell’orientamento e lo sfinimento. (CNSAS)

Questi dati sono spiegati statisticamente dal fatto che gli escursionisti sono numericamente maggiori rispetto a chi svolge altre attività outdoor (alpinismo, torrentismo, speleologia), ma sono anche le conseguenze delle tante persone che si improvvisano senza un’adeguata preparazione e attrezzatura o si avventurano sottovalutando l’ambiente.

Un nuovo studio Americano esamina chi riesce a sopravvivere tra le persone che hanno avuto un incidente in natura. Secondo questo studio gli escursionisti sono i più vulnerabili in situazioni di sopravvivenza.

Lo studio ha analizzato oltre 100 casi negli ultimi 25 anni per identificare i modi più comuni in cui gli escursionisti del Nord America si sono persi durante le escursioni nei parchi nazionali e nelle aree selvagge, cosa hanno fatto per sopravvivere e come sono riusciti a sopravvivere. Il 41% dei sopravvissuti ha iniziato la sua disavventura allontanandosi accidentalmente dal sentiero. Un altro 16 % è scivolato nelle scarpate e non è riuscito a risalire. (SmokyMountains.com)

Perdere l’orientamento può accadere a chiunque, basta un errore in un bivio, o seguire una pista che sembra buona ma in realtà è solo una traccia degli animali oppure quando si decide di tagliare “per fare prima”. Quando si è fuori sentiero è facile perdere i riferimenti, la vegetazione del bosco e la morfologia degli avvallamenti spesso rendono l’ambiente omogeneo. Poi il maltempo in montagna può arrivare all’improvviso e portare nebbia, vento, pioggia, temporali aumentando i rischi di perdersi, di infortunarsi o di ipotermia.

Nello studio si esamina il motivo di chi è sopravvissuto come disperso. La maggior parte dei sopravvissuti era riuscita a trovare una fonte d’acqua in natura (42 %) come un lago, un torrente, una pozzanghera o succhiandola dal muschio umido. Aveva la propria scorta d’acqua con se (13 %). Per i restanti la fonte di calore più frequentemente citata dai sopravvissuti erano i vestiti (12 %), la loro forma prevalente di rifugio era l’attrezzatura da campeggio (11 %). (SmokyMountains.com)

Tutti questi dati suggeriscono che il modo migliore per sopravvivere in ambiente selvaggio e in montagna è già avere preventivamente l’abbigliamento e le attrezzature necessarie per avere una fonte di calore e un riparo durante la notte, dell’acqua e del cibo. La ricerca suggerisce anche che il gruppo più vulnerabile di escursionisti non è quello che si addentra nelle foreste in spedizioni con zaino in spalla, ma sono gli escursionisti giornalieri.

Avere consapevolezza di cosa si sta facendo, conoscenza dell’ambiente e dei pericoli, possedere le tecniche fondamentali di sopravvivenza e l’attrezzatura di emergenza può salvarci la vita.

Questo non è il caso della maggior parte degli escursionisti giornalieri, che hanno maggiori probabilità di portare una macchina fotografica rispetto ai vestiti extra, la cartina e la bussola. Anche gli escursionisti giornalieri dovrebbero mettere nello zaino alcuni accessori essenziali, come strati caldi, acqua, cibo e qualche forma di riparo.

Convincersi della necessità di prepararsi per svolgere l’escursionismo richiede nelle persone un cambiamento di mentalità e la tecnologia rende questo passaggio più difficile. Le persone sono così abituate a navigare per le strade della città tramite smartphone che non hanno alcuna pratica di orientamento. Si pensa anche che, per qualunque emergenza basta una chiamata al 112, ma non si tiene conto invece che un disperso nel bosco molto probabilmente dovrà passare la notte fuori. Le squadre di ricerca e soccorso non intervengono di notte al buio e neppure in condizioni di maltempo.

Nei corsi base di sopravvivenza si insegna come progettare un’escursione, cosa mettere nello zaino, l’orientamento, accendere un fuoco, costruire un riparo e come chiamare i soccorsi anche quando il cellulare non prende. Esperienze necessarie per scoprire importanti nozioni e provare realmente le tecniche di sopravvivenza utili nell’outdoor e nel quotidiano.

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Alessandro Mecci

Guida Sopravvivenza e Guida Ambientale Escursionistica