Prepararsi oggi per sopravvivere domani

Consigli di Prepping e Survival

Alessandro Mecci

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Come fronteggiare una calamità naturale, una pandemia da virus o una catastrofe urbana, non sarà questo articolo a dirlo e nemmeno il miglior manuale di sopravvivenza. Non possiamo controllare forze naturali e eventi catastrofici, possiamo solo prendere precauzioni e prepararci al meglio per sperare di sopravvivere al peggio!

Immaginando di doversi preparare ad una catastrofe, non è facile capire come fare e da dove iniziare. Probabilmente verremmo presi alla sprovvista, entrando nel panico in tempi rapidi, cercando soluzioni inappropriate e vie di fuga irrazionali.

Le priorità sono: elaborare una strategia e analizzare preventivamente le risorse.

Per strategia non si intende un piano tattico unico studiato alla perfezione ma un insieme di piani backup incrociati di “dove andare” e “come fare” in relazione al tipo di catastrofe, per affrontare al meglio la specifica emergenza.

Generalmente si mettono in piedi dei piani principali: a breve, medio e a lungo termine, in relazione alla distanza dei luoghi da raggiungere e dei mezzi di spostamento a disposizione. Parlando del “dove”, il piano a breve termine può essere un luogo vicino a noi o addirittura dove ci troviamo. Quelli a medio e lungo termine dipendono dalle condizioni, da eventuali contatti con parenti e amici all’estero, dalle conoscenze geografiche del territorio. Ovviamente il tutto è relativo alle possibilità di spostamento, in termini di mezzi di trasporto come già detto, ma anche di percorsi e strade praticabili.

Alluvioni in Italia nel 2014

Questo implica necessariamente di effettuare preventivamente delle ricognizioni ambientali sia urbane che fuori dai centri abitati, in maniera da conoscere luoghi alternativi e poter scegliere dove andare a seconda della situazione e delle possibilità.

Teniamo conto che spesso possiamo facilmente raggiungere l’ambiente cosiddetto “wild” anche all’interno delle grandi città ricche di parchi, come ad esempio nelle capitali italiane. Questi luoghi naturali prossimi o insiti ai centri abitati potrebbero essere colonizzati velocemente durante e dopo la calamità e per questo è bene avere più soluzioni di “dove andare”.

Analizzare le risorse.

E’ necessario valutare le risorse possibili che abbiamo a disposizione, dal punto di vista delle competenze, dei mezzi di fuga, delle risorse alimentari (acqua, cibo), di salute, di energia (rifornimenti), di insediamenti (campagne e paesi), di comunicazione, di materiali ed equipaggiamento. Quest’analisi va applicata per i tre piani sopracitati, cioè considerando anche le risorse reperibili durante lo spostamento (approvvigionamento d’acqua e cibo, rifugi di fortuna ecc.) e trasportabili (mantenimento).

Le risorse umane e la cooperazione. Una valutazione delle risorse va applicata anche a livello personale e di gruppo, come famiglia, vicini di casa e colleghi. E’ opportuno raccogliere informazioni sulle persone che abbiamo intorno a noi: bambini, donne, uomini, anziani, disabili ed elaborare le possibili cooperazioni di gruppo. Allenarsi in famiglia con team building e simulazioni può essere un buon metodo per formarsi e tenersi pronti in caso di necessità.

Preparazione e fuga.

Pianificare la teoria e la pratica. La preparazione dell’equipaggiamento e delle scorte è un pò il cuore della questione per tutti i preppers (preparatori) ed i survivalisti. Rifornirsi di scorte di reale necessità, ragionate e funzionali e organizzarsi uno zaino B.O.B. (bug out bag) sempre pronto all’utilizzo, sono alla base della preparazione.

Contenuto del BOB: documenti; purificatore/filtri d’acqua; attrezzi multi funzione (multi-tools); gavetta; torcia e pile di ricambio; kit di primo soccorso; kit-survival; carta del territorio e bussola; kit di accensione del fuoco; telo-poncho; cordini; generi di igiene e farmacia; radio o cellulare con batterie di scorta; cibo consumabile, a lunga conservazione e con proprietà nutrizionali vantaggiose.

Lo zaino è personale, ognuno del gruppo dovrebbe averne uno, anche i bambini. E attenzione a non appesantirlo troppo, meglio che sia leggero.

Survival e Bushcraft. . .il miglior allenamento!

Accensione del fuoco durante i corsi di sopravvivenza.

Parliamo di training di tecniche di sopravvivenza in ambiente outdoor. E’ importantissimo avere competenze utili per sopravvivere con il minimo necessario, per reperire risorse alimentari e materiale naturale indispensabile al sostentamento personale e di gruppo. Una volta raggiunta una nicchia naturale per sfuggire alla calamità ci troveremo in una situazione di sopravvivenza attiva, ovvero sarà nostro compito organizzarci al meglio durante la permanenza più o meno prolungata.

D’altro canto non possiamo dare per scontato la possibilità di fuga da contesti urbani e dobbiamo ipotizzare anche una probabile permanenza in città. In questo caso la nicchia di permanenza si trova nello stesso luogo della catastrofe, oppure ci si sposta in aree periferiche, come le discariche, che effettivamente offrono molte risorse. Solitamente nei luoghi dove avviene il disastro urbano si generano dinamiche psico-sociali estreme come saccheggi e addirittura sciacallaggio.

In ogni caso si deve stare attenti a non cadere nella trappola del panico per i falsi allarmismi scatenati dalle persone e dai social-media. Ma neanche restare indifferenti agli accadimenti e sottovalutare le situazioni. L’informazione è fondamentale!

Il caso Covid-19 (Coronavirus) in Italia nel 2020.

Se vuoi approfondire l’argomento, ecco un articolo utile: <Qual è il miglior kit-survival?>

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Alessandro Mecci

Guida Sopravvivenza e Guida Ambientale Escursionistica